Questa è una spudorata dichiarazione d’amore.
Una dichiarazione d’amore verso uno dei frutti più versatili e incredibili che la Natura ha pensato bene di offrirci.
Non saprei spiegarti perché, ci sono attrazioni inspiegabili e la mia con il cocco è una di queste.
Amo il cocco da sempre. Ne amo il profumo tropicale dolce e gustoso, il color bianco puro e candido, la consistenza morbida della polpa quando è ancora verde e ancor di più la consistenza dura quando la noce di cocco è già secca.
Ne apprezzo le caratteristiche, gli usi e la sua duttilità. Mi cospargerei di profumo al cocco mattina e sera per essere precisi.
Amo la palma (Cocos Nucifera - il suo nome botanico) da cui nasce. Amo i paesi in cui la pianta cresce. Insomma amo tutto ciò che lo circonda.




Il cocco, in formato olio e assolutamente extra vergine, è un must nella mia vita, ancor di più da quando viaggio e vivo in van. E’ una risorsa che si trova ovunque, relativamente economica considerata la quantità che serve per produrlo e che può essere impiegata in diversi campi della nostra vita.
Nel mio caso specifico è una delle materie prime che più impiego nell’auto produzione cosmetica e mi piace inserirlo in ricette di shampoo solido, di dentifricio in crema o solido, nel deodorante e molti altri prodotti ancora.
A proposito di AUTO PRODUZIONE.
Dal 2017, quasi in corrispondenza con l’inizio della mia nuova vita in van, ho iniziato un percorso di autoproduzione che mi ha allontanata definitivamente dalle corsie del supermercato adibite all’ igiene e la “cura” del corpo. Corsie, sia ben chiaro, che frequentava con assiduità alla ricerca quasi ossessiva di prodotti di bellezza miracolosi.
Da un giorno con l’altro ho pensato dubbiosa: “…e se iniziassi a creare io i miei prodotti di igiene e cura scegliendo gli ingredienti, consapevole di quello di cui ho bisogno e delle esigenze del mio corpo?”
Detto fatto, una mattina mi sono svegliata e ho creato la mia prima produzione di sapone all’olio d’oliva con la tecnica di saponificazione a freddo.
Da lì in poi ho iniziato un cammino incredibili che mi ha aiutato a:
canalizzare la mia creatività
aumentare la consapevolezza relativamente al mio corpo e al concetto di bellezza
responsabilizzare le mie scelte rispetto a quello che marketing e pubblicità ci lanciano addosso
ridurre costi anche in viaggio
crearmi un’opportunità di lavoro nel cammino con workshop di autoproduzione cosmetica naturale itineranti. Quella che trovi qui sotto è una delle versioni online che ho preparato per adattarmi ai tempi post pandemia e continuare ad espandere questa bellissima pratica di cura e bellezza attraverso i miei corsi.
Se ti affascina questo mondo, ti invito a sbirciare QUI e capire come muovere i primi passi nell’auto produzione in viaggio o a casa.
Tornando al cocco, la sua versatilità è il chiaro esempio di quello che dovrebbe essere un naturale ciclo di riutilizzo di oggetti e alimenti.
Partiamo dal principio. Ecco cosa ci regala.
Nel momento in cui il cocco si stacca o viene staccato dalla palma (l’immagine dell’uomo scimmia che si arrampica è ormai nell’immaginario comune) possiamo beneficiare dell’ ACQUA DI COCCO.
Proprietà e usi: dissetante, reidratante, diuretico, ricca di potassio, fosforo e magnesio,
combatte la stanchezza e lo stress e la stitichezza. Ovviamente si può usare in cucina.
L’acqua di cocco in cosmetica naturale è un rimedio anti invecchiamento e può essere integrata come parte acquosa di una emulsione per creare la tua propria crema o può essere inserita nella formulazione di uno shampoo solido.
Secondo alcuni locali, l’acqua di cocco più miracolosa è quella che proviene dal cocco che dall’essere verde, fresco e giovane, assume già un colore più tendente al dorato, arancione.
Una volta assorbiti i suoi benefici acquosi non ti dimenticare della POLPA che potrai assaporare con un cucchiaio o usare per cucinare. Si conosce come carne di cocco, cocco tenero o cocco crudo.
Proprietà e usi: morbida, gelatinosa, fine, con meno grassi rispetto al cocco duro. Ideale per frullati o per fare il latte o la crema di cocco, da aggiungere ad insalate o macedonie.
Quando il cocco invece è già in una tappa successiva di secchezza, allora è il momento buono per aprirlo con pazienza e arrivarne al cuore. Li incontrerai il COCCO DURO, che, anche in questo caso, ti regalerà non solo acqua di cocco - che puoi estrarre aprendo facilmente il più morbido delle tre fessure/buchi che si vedono in una parte della circonferenza - ma proprio il classico cocco duro che siamo abituati a vedere e consumare più facilmente in Europa.
Proprietà e usi: a parte mangiarlo tutto in un sol boccone (come faccio io ma non prenderne esempio) questa parte di cocco può essere grattugiata, seccata al forno e usata in ricette culinari o ridotto in polvere fina si può impiegare in cosmetica naturale come struccante in polvere abbinato con avena o farina di ceci o di nuovo come ingrediente degli shampoo solidi.
Il cocco grattugiato si usa anche per produrre il latte di cocco.
E l’Olio di Cocco?
L’olio di cocco si recupera attraverso il processo di estrazione a freddo sempre di questa parte dura del cocco lasciata seccare al sole.
Infine, la buccia del cocco duro si utilizza per creare e fare artigianato. Hai mai visto i famosi anelli di cocco? Bene, provengono da qui. Segreti e manualità artigiane che trasformano materie prime in accessori estetici.
Ma non è il suo unico uso. Se aperto a metà, la noce di cocco può essere usata come tazzina, come porta gioielli, come porta sapone/shampoo solido (fai dei buchi alla base per lasciar scorrere l’acqua ed evitare così che il prodotto si rovini) come vasetto per esempio per piante succulenti.
Il resto del cocco che avvolgeva la parte dura, si trasformerà con il tempo, con calore e sole, in fibra e anche questa potrà essere impiegata per creare vasi e contenitori organici per le piante o per essere inserita nel compost.
Qui termina lo spiegone sul cocco, chiaro esempio di come un alimento (ma potrebbe benissimo essere un oggetto!) possa essere sfruttato in tutte le sue componenti fino alla fine dei suoi giorni. Senza buttare via niente. Senza sprecare niente. In un ciclo circolare di vita, uso, riuso, riciclo e morte.
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