Quando il viaggio infrange le tue aspettative


Spiagge incredibili, frutta tropicale, danza, colore, musica…alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, ha pensato o esclamato a voce ben alta:
Basta!Mi trasferisco in Brasile!
L’immaginario italiano rispetto a questo paese è decisamente alto e molto romantico.
Al secondo posto tra i paesi latino americani per presenza di italiani, il Brasile è sempre stato per molti di noi una meta perfetta, un destino di vita sognato.
Ma è davvero cosi?
Pensa che appena prima di iniziare a viaggiarci, avevamo un motto:
Hasta Brasil seguro! (Fino a Brasile sicuro!)
Un motto ironico (per il quale avevamo creato anche degli appositi stickers, davvero!) che prendeva amabilmente in giro la tendenza dei viaggiatori in van - argentini - di voler sempre remarcare origine e destino del proprio viaggio con scritte ricorrenti ben visibili sui van: “Argentina - Alaska / De Ushuaia hacia Alaska/ Uniendo Argentina y Alaska..e così via).
Nato in una notte di incontri e condivisione con altri viaggiatori nella città di Mar del Plata, sempre Argentina, questo motto ha rappresentato per molto tempo una filosofia e una visione comune. A noi viaggiatori lenti, non ci importava la meta, raggiungere Alaska, estremo nord del continente, ci bastava godere del viaggio e sì, arrivare in Brasile, raggiungere la meta sognata per vivere lato mare, coccolati dal vento su un’amaca, con mango e cocco in cima alla tesa.
Il confine tra sogno e realtà può essere complicato e, quando prendiamo atto che la verità non va di pari passo con l’immaginazione o meglio con l’illusione che ci siamo costruiti, anche le emozioni assumono contorni più spigolosi e fastidiosi.
Così lo ammetto, personalmente e probabilmente, mi son auto ingannata e, come conseguenza, la frustrazione mi e ci ha accompagnato per molti chilometri.
L'entusiasmo iniziale di passare la frontiera e per vivere la nostra nuova avventura brasiliana ha iniziato ad affievolirsi poco alla volta lasciando posto a disorientamento, incertezza e anche mal umore.
Il mal umore, un sentimento che sembra non ti sia concesso come viaggiatore.
Percorrere Brasile in van non è come viaggiare ad hoc nelle vesti da turista toccando i solo i suoi luoghi e spot più iconici. Quando inizi a percorrere il paese lentamente, dal profondo sud fino all’estremo nord, la visione e la percezione del paese cambiano notevolmente.
Ho iniziato a dubitare del sogno Brasile quando ci abbiamo messo piede per la prima volta nel 2019. Passando per Curitiba e fermandoci settimane e settimane prima in Ubatuba e poi in Barra do Lagoa, Florianopolis, avevamo già sperimentato la nostra insofferenza verso il traffico e la quantità di gente. Troppa e concentrata. E non che non abbia visitato paesi densamente popolati eh, ma viaggiare in van, ripeto è un’altra storia.
Ne ho dubitato una seconda volta confrontandomi con una conoscente italiana rifugiatasi in Uruguay dopo molti anni di vita in Brasile perché, più di una volta, mi ha fatto capire che sotto la superficie e la facciata vivere in Brasile aveva risvolti poco piacevoli.
Infine, me ne sono data conferma in questo secondo passo per il paese che dura già da 5 mesi, durante i quali, poche volte mi sono sentita comoda, a mio agio, rilassata e, alcuni dei motivi che hanno generato questa sensazione li trovi elencati qui nel nostro precedente scritto.
Forse, sin da subito, avrei dovuto rivedere le mie aspettative, accettare l’inaspettato Brasile e abbracciare l’amara sensazione provata?
Chissà si o chissà no. Me lo sono chiesto ripetutamente.
Chissà anche questo fa parte di un processo, di una dinamica di trasformazione che il viaggio ti permette di affrontare con il tempo o ancora e forse, per arrivare a fare pace con te, mio caro Brasile, semplicemente devo aspettare di lasciarti alle spalle, cambiare paese, tradizioni e cultura e perché no, ritornare a sognarti, questa volta con un atteggiamento più realistico e tollerante.